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Ancora truffe. Ingordigia, emotività e asimmetrie conoscitive continuano a mietere vittime.

Le truffe nel mondo della finanza. Sempre presenti e pericolose.

Viviamo in un mondo in cui la rete internet ci permette, almeno teoricamente, di disporre facilmente di diverse nozioni. E l’informazione, quando è costruita su basi affidabili, tecnicamente corrette meglio ancora sui siti delle Istituzioni e non sui post nei social network, è la prima e più importante forma di autodifesa.

Tuttavia l’informazione richiede un minimo di tempo e di impegno per essere trovata e assimilata e quindi, per molti, viene finalizzata solo a specifici temi perdendo così notizie e nozioni importanti che permetterebbero di investire evitando i rischi più gravi e soprattutto irreparabili.

I truffatori sono particolarmente attivi nel mondo della finanza e le loro più efficaci armi si basano su alcuni aspetti tipici dell’essere umano e tra questi primeggiano: ingordigia, emotività, asimmetrie conoscitive.

Quali sono i nostri principali punti deboli e perché possono essere pericolosi?

 

L’ingordigia

Caratteristica presente in ogni persona che, se non controllata, porta facilmente ad attribuire un peso eccessivo a millantati quanto impossibili importanti risultati in termini di guadagno che soprattutto in momenti di difficoltà storica o personale, andrebbero potenzialmente a risollevare situazioni difficili o perdite subite a vario titolo. Ma questa caratteristica può rendere deboli anche soggetti che dispongono di patrimoni importanti e che non avrebbero particolare esigenza di extra rendimenti per poter mantenere un eccellente tenore di vita. L’ingordigia è quindi, proprio perché insita nella natura umana, diffusa su diversi classi sociali o di censo e il rischio che comporta appare di fatto ugualmente distribuito.

L’emotività

In sostanza è uno di parametri che influenzano le reazioni che mettiamo in atto rispetto agli stimoli che costantemente riceviamo durante la vita quotidiana. É personale in quanto influenzata da diversi fattori come le nostre esperienze precedenti o come la percezione della preparazione che crediamo di possedere su di un determinato tema. Ma l’emotività viene condizionata, pesantemente, anche dall’empatia del nostro interlocutore. Più egli saprà relazionarsi con noi in modo efficace, più i nostri livelli di difesa tendenzialmente si abbasseranno. Questo, come dimostrano tantissimi esempi reali, è forse l’anello più debole della nostra catena di autodifesa perché una volta violato, il truffatore avrà spazio quasi illimitato (almeno inizialmente) per agire. I più grandi truffatori (vedi) sono tutti grandissimi comunicatori.

Le asimmetrie conoscitive

Pongono l’interlocutore meno preparato in situazione di grande debolezza rispetto alla sua controparte che conosce bene il tema oggetto di discussione. Attenzione perché questo accade anche quando la maggior preparazione è solo apparente e non reale, ma ben spacciata come profonda. In questo caso l’obbiettivo del truffatore è duplice: mettere la sua controparte in condizione di debolezza emotiva e successivamente creare intorno a sé una sorta di aura di affidabilità, generare fiducia e quindi evitare al massimo domande di approfondimento alle quali fornirebbe ovviamente risposte incomplete, o con finti tecnicismi o ancora palesemente false ma espresse con grande sicurezza.

Probabilmente sembreranno considerazioni quasi banali, ma vi invito a leggere con grande attenzione la selezione di articoli che allegherò con i relativi link per rendersi conto che nella realtà “a me non può capitare”, “lo conosco da tantissimi anni”, “mi fido ciecamente di lui”, sono approcci da evitare con la massima attenzione.

Come difendersi ? Proviamo a fornire qualche suggerimento.

 

Controllare sempre le referenze del proponente

Il primo passaggio è verificare se chi propone l’investimento ha i requisiti previsti dalla normativa per poter operare. É facile e banale; basta verificare sui siti degli Organismi di Vigilanza a partire da quello dell’OCF Organismo dei Consulenti Finanziari oppure su quello della CONSOB Commissione Nazionale per le Società di Borsa, eventualmente anche scrivendo un’email per richiedere informazioni. Il professionista che opera secondo i termini di legge, non potrà che essere contento delle vostre verifiche in quanto le risposte che arriveranno anche dalla semplice consultazione dei siti di queste due Istituzioni di riferimento del settore, saranno affidabili. MAI fidarsi senza verificare approfonditamente; esiste una pletora di “amici degli amici” che si spacciano per esperti o consulenti che non sono né l’uno, né l’altro, e che sia in Italia che all’estero (dove a volte è legale), raccolgono direttamente denaro per poi sparire.

Attenzione ai guadagni proposti, soprattutto se troppo elevati rispetto a quelli mediamente offerti dai mercati su profili di rischio e orizzonti temporali analoghi

Rendimenti troppo gratificanti devono immediatamente insospettire. Se banalmente il mercato esprime rendimenti in un certo periodo mediamente del 3% e qualcuno propone un investimento che rende l’ 8% o il 10%, occorre porre la massima attenzione, soprattutto se vengono utilizzate parole come “sicuro” o peggio ancora “garantito”. Occorre ricordare che il ritorno solitamente è (o almeno dovrebbe essere) proporzionato al rischio, quindi diviene imprescindibile verificare – tecnicamente e non emotivamente – perché viene proposto un rendimento fuori mercato e dove sono i rischi reali conseguenti. La sottovalutazione di questo aspetto può avere effetti devastanti.

I siti di trading online falsi

Attenzione ai siti di trading online, soprattutto a quelli che propongono irreali annunci di fantomatici clienti che hanno abbandonato lavori magari umili per guadagnare improvvisamente cifre spropositate facendo trading (compravendita di titoli più o meno veloce o frequente). Solitamente questi “clienti” sono fotografati accanto a case prestigiose, mazzette di banconote, automobili e donne estremamente appariscenti. In questo caso si tratta di società che nella realtà sono inesistenti (molti sono i casi di aziende domiciliate presso una casella postale (vedi) oppure in qualche palazzo o prestigiosi uffici affittati solo per qualche mese) e il meccanismo è sempre lo stesso. Convinto il cliente dei facili guadagni dopo le prime operazioni su piccoli importi e magari relativi accrediti sul C/C presso una banca estera, lo si convince ad investire la parte più importante del proprio patrimonio. Che ovviamente a quel punto sparisce per sempre insieme a qualsiasi tipo di contatto. Sul sito della CONSOB esiste addirittura una pagina specifica per questa tipologia di truffa.

Il pericolo degli investimenti non regolamentati o quotati su mercati ufficiali

Tendenzialmente diffidate di qualsiasi tipologia di investimento che non sia protetta da una specifica normativa e ufficialmente quotata. Acquistare azioni di una miniera d’oro in Sudamerica oppure quote di un promettente investimento immobiliare in un paese dell’Est Europa esporrà inevitabilmente ad un rischio infinitamente più elevato che acquistare il peggior fondo comune distribuito sui mercati regolamentati. I casi di finti documenti di proprietà o partecipazione in aziende inesistenti sono tutt’altro che rari e hanno colpito personaggi anche molto famosi. Un prodotto quotato, qualsiasi esso sia, ha almeno subito dei controlli prima di essere immesso sul mercato e dovrebbe – teoricamente – essere sottoposto regolarmente ad altri che per quanto migliorabili saranno sempre infinitamente superiori di ciò che non li subisce. Ovviamente non tutti gli investimenti non quotati sono truffaldini, ma comportano il fatto che l’asticella dell’attenzione e dei controlli debba alzarsi parecchio.

La documentazione contrattuale

Prima, molto prima di sottoscrivere qualsiasi contratto di investimento, è necessario anche se sicuramente noioso, leggere e controllare (o farlo fare da chi ne ha titolo) con attenzione, tutta la documentazione contrattuale. Alcuni anni fa ho incontrato un possibile cliente che, entusiasta, mi ha fatto vedere la documentazione di un nuovo investimento fatto a Londra grazie ad un suo amico fidandosi e senza fare alcun controllo preventivo. Era, semplicemente, tutto falso e se fosse stata messa in atto una seria verifica non avrebbe poi perso l’intero capitale investito in quell’operazione.

La conclusione è quindi che se anche non si dispone di una preparazione specifica su certi temi, è almeno possibile – e fondamentale – cercare di porsi qualche domanda ed eventualmente fare, o richiedere, un’analisi approfondita prima di aderire all’operazione proposta.

Nel caso peggiore il tempo o i soldi spesi saranno il migliore degli investimenti che potrete mai fare perché in fondo, il primo guadagno è una mancata perdita.

 

La Consulenza Finanziaria Indipendente nel 2020. Agli onori dei media dopo dieci anni di vergognosa sofferenza.

Ho iniziato il mio percorso professionale in questo settore nell’estate 1994, dopo soli tre anni dall’istituzione dell’allora Albo dei Promotori Finanziari.

Erano tempi davvero molto diversi e la recente istituzione dell’Albo era ritenuta – ed era – già un enorme passo in avanti per la regolamentazione del settore e una prima importante tutela dei risparmiatori.

Dopo aver sostenuto l’Esame di Stato per accedere all’Albo nel 2015, ho cominciato a operare come promotore finanziario fino al 2008 quando ho deciso di iniziare l’attività di consulente finanziario indipendente grazie alle spinte che anche a livello europeo promuovevano la legalizzazione di questa attività nel nostro Paese. Da subito ho anche deciso di iscrivermi alla nostra associazione di categoria NAFOP di cui ho l’onore di essere associato. L’anno non era casuale, infatti in quei mesi veniva pubblicata la nuova normativa specifica che faceva presupporre a brevissimo, l’avvio del nuovo Albo dei Consulenti Finanziari Indipendenti.

Poi il nulla per dieci lunghissimi anni. Un periodo di follia nel quale tutto si è bloccato grazie, a mio vedere, alle pressioni di mani forti che non volevano i cfi sul mercato.

Dieci anni appesi a un filo per il fatto di non essere più normati come promotori, ma non ancora come consulenti finanziari indipendenti. Perennemente in sospeso – non per colpa né per scelta – in un limbo normativo al limite di una illegalità non solo mai voluta, ma sicuramente aborrita.

La situazione cambia, radicalmente, nel 2018 quando l’Italia viene, di fatto, costretta ad adottare la normativa europea e a recepirne le indicazioni.

Nel mese di dicembre 2018, ho l’onore e la soddisfazione di essere iscritto di diritto al nuovo Organismo dei Consulenti Finanziari nel primissimo gruppo di professionisti abilitati all’esercizio della professione.

Dieci anni dopo.

Cosa è cambiato in questa decade che sembrava non finire mai?

Innanzitutto, grazie alla normativa europea, i cfi sono stati finalmente riconosciuti e normati ufficialmente come liberi professionisti (non ausiliari del commercio che operano con mandato o contratto di agenzia).

Ma il cambiamento più grande è che molti risparmiatori / investitori hanno iniziato ad avere dei dubbi sui servizi ricevuti, a informarsi, a chiedersi se esistessero alternative e a cercarle sul mercato. A conoscere  e riconoscere questa nuova figura professionale.

Il cambiamento è stato talmente grande che recentemente anche la giornalista Milena Gabbanelli ha redatto un servizio per Il Corriere della Sera di cui allego il link e che credo meriti un’attenta lettura.

Segnalo infine che i prossimi 20, 27 giugno e 4 luglio 2020, verrà pubblicata sull’inserto Plus de Il Sole 24 ore una campagna pubblicitaria a cura della nostra associazione per permettere al maggior numero di lettori di conoscere il diverso approccio professionale di un Consulente Finanziario Indipendente rispetto ad altre categorie che svolgono attività solo apparentemente simili.

Con l’occasione ringrazio pubblicamente NAFOP per l’azione difficile, pesante, lunga, ma alla fine vincente, di questi lunghi anni. Solo grazie a questa Associazione, a chi l’ha fondata e a tutti quelli che a diverso titolo si sono impegnati a farla crescere nel tempo, oggi i Consulente Finanziari Indipendenti possono avere l’orgoglio di lavorare in condizioni di piena legalità e assoluta indipendenza per l’esclusivo interesse dei loro assistiti.

La notte sta finendo ed è ora di cominciare a volare.

Roberto Dolza