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Interviene la CONSOB sulla trasparenza dei costi che il sistema non applica.

Questa volta si è addirittura mossa la massima autorità di controllo dei veicoli di investimento operante in Italia. E lo ha fatto addirittura con un richiamo ufficiale al mondo degli intermediari e del risparmio gestito.

Questo perché, nonostante abbia avuto tutto il tempo necessario per organizzarsi, non applica ancora la normativa inerente la trasparenza dei costi entrata finalmente in vigore dal 01 gennaio 2019. Appare evidente che l’inosservanza delle legge stessa è fonte di possibile danno per gli investitori proprio a causa delle notizie che continuano a non essere loro fornite.

Abbiamo già parlato più volte del tema dei costi, ma ci sembra interessante far notare che una normativa di tale importanza venga palesemente disattesa fino a giustificare un richiamo di tale entità.

Il problema reale e oggetto del contendere risiede nella necessità di esplicitare chiaramente e per scritto ai clienti tutti i costi che devono sostenere per investire i loro risparmi. Finora la trasparenza era decisamente bassa e in particolare non vi era l’obbligo di rendicontare annualmente, in modo estremamente dettagliato, tutti gli oneri pagati. In questa situazione i risparmiatori non avevano di fatto modo di avere percezione diretta di quanto “il servizio” fosse pesantemente gravato e quindi inefficiente.

Una conto è sapere che per un certo prodotto si paga (ammesso e non concesso di aver letto la documentazione contrattuale…) una certa percentuale X%. Molto più esplicito e pesante è leggere nero su bianco che il costo è stato magari di 4.000 euro! E non stiamo certamente parlando di grandi portafogli.

Contro l’applicazione della normativa emanata a livello europeo dall’ESMA e di conseguenza adottata da tutti i singoli Paesi Ue, è in atto un tentativo di ritardare (nuovamente!) l’applicazione della stessa e probabilmente anche di metterla almeno in parte in discussione.

Correttamente la CONSOB è intervenuta con un richiamo ufficiale ricordando che la normativa c’è e deve comunque essere applicata a prescindere. Vedremo quali saranno gli sviluppi e dei quali vi aggiorneremo.

 

Costi: i nodi vengono al pettine. Due interessanti articoli.

Quante volte abbiamo scritto dei costi eccessivi, sostenuti da parte degli investitori. Mancava però una precisa percezione da parte loro o almeno una reazione all’apatia che questo tema sembrava evidenziare. Percezione che, probabilmente, arriverà grazie alla trasparenza della nuova normativa di cui abbiamo recentemente scritto su questa pagina a cui speriamo segua una reale presa di coscienza.

Comunque i cambiamenti non possono essere fermati e inevitabilmente comporteranno un approccio diverso da parte delle varie reti e banche verso la politica di remunerazione. Sicuramente le Autorità vigilano su questo tema in particolare l’ESMA e la loro attenzione è (e rimarrà) elevata.

Vi consigliamo quindi la lettura di due articoli che sono stati pubblicati oggi sulle pagine de Il Sole 24 Ore a firma di Massimiliano Cellino e di Marco Lo Conte che approfondiscono questo tema precisando che il problema riguarda esclusivamente il mondo dei consulenti abilitati all’offerta fuori sede (ex promotori finanziari) e non i consulenti finanziario autonomi (ex indipendenti) che non sono remunerati sui costi pagati dagli investitori.

 

 

Spremuti come dei limoni. I costi, e le mancate performance dei fondi

I risparmiatori italiani si lasciano ancora e purtroppo sempre più, guidare in modo del tutto passivo nella transumanza da risparmio amministrato al risparmio gestito (in particolare, fondi, fondi di fondi, polizze pseudo-assicurative ecc.).

Questa, incredibilmente, è una storia tanto vecchia quanto attuale.

L’obbiettivo di chi li guida è evidente: traferire liquidità da veicoli di investimento (obbligazioni, azioni, etf ecc.) che pagate le commissioni di acquisto rendono nulla al collocatore, verso prodotti del risparmio gestito per i quali l’investitore sostiene invece importanti  e soprattutto ricorrenti costi di gestione! Da 0% al 1,8% medio all’anno la differenza è ovviamente enorme.

Viene quindi alimentata con questa passività un’industria dell’inefficienza visto che quasi un terzo dei fondi ha risultati peggiori dei costi paganti dai risparmiatori.

Il problema gravissimo non è però nel pagare costi di gestione che sono assolutamente giustificati se il ritorno è coerente e corretto.

Il vero problema è che in molti casi questi costi insieme all’inefficienza di gestione, sono talmente pesanti da vanificare i risultati del gestore stesso.

I clienti si muovono senza – almeno – tentare di comprendere se i soldi che giustamente pagheranno, potranno essere forieri di risultati accettabili oppure saranno gettati al vento.

Le asimmetrie conoscitive sono una parte di questa situazione, ma forse non la più importante.

Probabilmente la causa di questo atteggiamento è la storica apatia e la mancanza assoluta di voglia di imparare le nozioni necessarie per operare con un minimo di coscienza delle proprie scelte insieme a una fiducia riconosciuta in modo assoluto a chi propone simili prodotti.

In questa stranissima situazione, tipicamente italiana, a pagare è sempre e solo l’investitore finale con buona pace delle performance.

Fonte: Repubblica.it

La nuova transumanza è iniziata. Attente pecorelle!

Come guidare il risparmiatore verso prodotti sempre meno trasparenti e sempre più cari per recuperare commissioni e vincoli temporali.

C’era una volta, in un’epoca distante una manciata di decenni, una terra meravigliosa, baciata dalla Natura in tutte le sue infinite forme.

Il terreno era costituito da dolci pendii e irrorato da piccoli torrenti che scrosciando portavano l’acqua fresca che un tempo sempre clemente donava con abbondanza.

I prati erano ricchi di erba fresca e profumata e anche gli inverni, per quanto freddi, venivano superati agevolmente dagli animali che partecipavano al meraviglioso ciclo della vita in condizioni davvero uniche. Anche i predatori erano pochi e il prezzo che chiedevano a Madre Natura era tutto sommato più che accettabile.

Infine su quei territori vigilava quella che tutti chiamavano l’Autorità Locale e che controllava – almeno così si diceva – che tutti gli animali avessero identiche e giuste condizioni di vita. Anzi, tra gli animali più vecchi si vociferava che ci fosse addirittura una seconda Autorità (detta “Autorità Suprema”) con poteri ancora maggiori, che vigilava anche sulle valli vicine, fino addirittura al confine con il lontano mare del Nord.

In una parte di quel territorio viveva in condizioni idilliache un gruppo di meravigliose pecorelle. Godevano senza particolari sforzi di tutto quanto quella terra benedetta donava loro e soprattutto erano libere di fare ciò che più le aggradava e spostarsi senza limiti; forse l’impegno più gravoso era dedicato all’attenzione per i pochi lupi.

Un giorno arrivò un gruppo di pastori che fece una proposta al gregge: “Se ci darete una parte del vostro vello, noi vi proteggeremo per sempre dai lupi e voi rimarrete comunque libere nel vostro territorio”. Le pecorelle si riunirono e pensarono: “In fondo cosa sarà mai una piccola tosatura ogni tanto? Sicuramente non sarà dolorosa e in cambio saremo più sicure, protette dai nostri predatori.” E quindi accettarono la proposta.

Giunto il momento della prima tosatura, scoprirono che si dovevano incanalare tra due file di paletti, sempre più vicini, fino al punto in cui ogni singola pecora doveva affrontare il suo momento. Che brutta situazione, abituate alla libertà assoluta! I pastori le rassicurarono dicendo loro che, subito dopo aver pagato il loro pegno, sarebbero state nuovamente libere di correre nel loro territorio. Scoprirono purtroppo che la tosatura era un processo molto doloroso e che, al momento di tornare libere, si sarebbero ritrovate completamente “nude”, totalmente prive del vello che fino a quel momento le aveva protette negli inverni precedenti. Qualcuna si lamentò, ma alla fine prevalse l’idea che l’Autorità Locale (o erano due?) avesse permesso questo patto, perché lo riteneva non lesivo degli equilibri della natura.

Le pecorelle con il tempo si adattarono alla nuova situazione.

Qualche anno dopo, sentirono nella valle un rumore che trasmetteva un’idea di potenza mai vista prima. Poco dopo apparve all’orizzonte una lunga colonna di nuovi pastori che disponevano di macchine scintillanti e di dimensioni gigantesche.

Che fascino emanavano nelle povere pecorelle ormai rassegnate a passare gli inverni nel loro meraviglioso territorio, senza più copertura del loro mantello e costrette a subire regolari tosature! Tutto emanava una fortissima sensazione di efficienza, di ricchezza, di sicurezza e… di protezione.

Dal primo lussuoso veicolo scese il capo dei nuovi pastori, che vestiva un meraviglioso abito, sul quale faceva bella mostra un’appariscente mostrina con la scritta: “Pastore Autorizzato”. Immediatamente disse loro che addirittura l’”Autorità Suprema” (ma allora esisteva davvero!) aveva decretato che fino ai confini del mare del Nord le pecore dovessero godere di una maggiore protezione. Ma non solo. Aveva anche stabilito che il prezzo pagato ai precedenti pastori era stato troppo caro.

Incredibile!

Le povere pecorelle si guardarono stupite e più di una svenne dall’emozione! Qualcuna a dire il vero osservò che molti dei nuovi Pastori Autorizzati avevano lo stesso viso dei vecchi pastori, ma vennero subito messe a tacere a fronte della nuova incredibile situazione. Una delle più sagge e ormai abituate a trattare con i precedenti pastori chiese cosa avrebbero dovuto fare per ottenere tutto questo.

Il capo dei nuovi Pastori Autorizzati disse: “Quasi niente! Noi asseconderemo le indicazioni dell’”Autorità Suprema” e, per farlo, vi costruiremo un nuovo grandissimo riparo. Questo sarà costituito da casette costruite sopra altre casette e ovviamente per ogni casetta il prezzo da pagare sarà diverso, ma comunque equo. Tutte sarete protette non solo dai lupi, ma anche dai freddi inverni perché, proprio grazie alle casette costruite le une sulle altre, neanche più vedrete che tempo farà fuori e non vi accorgerete quasi del costo ragionevole che ci dovrete pagare! Non solo, con questa soluzione potrete anche avere enormi vantaggi fiscali e per la successione per i vostri agnelli!”

Le casette sulle casette, i vantaggi fiscali e nessun problema di successione pensarono le pecorelle?!? Meraviglioso!

Unica condizione è quella di accettare una piccola transumanza verso le nuove strutture, che sicuramente sarebbero state approntate in tempo per le nuove norme stabilite dall’”Autorità Suprema”.

La discussione tra i poveri animali questa volta fu molto accesa. Valeva davvero la pena di lasciare il loro meraviglioso territorio in cambio di maggiore protezione? E poi come sarebbe stata la vita dentro le casette sopra le casette? Inoltre il capo dei Pastori Autorizzati non aveva definito esattamente il prezzo da pagare. Alcune pecorelle non erano affatto convinte di abbandonare la loro libertà e il luogo da favola in cui erano nate e cresciute. Alla fine prevalse il pensiero che, se l’”Autorità Suprema” con tutto il suo potere di controllo e di protezione aveva deciso così, avrà avuto degli ottimi motivi; in più valeva sicuramente la pena di cambiare il più bello dei prati con la certezza di protezione e inverni senza vello, ma caldi. E poi invece che una sola pesante e dolorosa tosatura, sola una più piccola per ogni casetta! Diciamola tutta, anche il fascino del nuovo interlocutore era davvero fortissimo, voce calma, tono suadente e quello stile così rassicurante.

La decisione della maggioranza alla fine fu quella di accettare la proposta. Tutto quello splendore, quella potenza ed efficienza facevano davvero ben sperare per una vita migliore.

Immediatamente iniziò la costruzione del nuovo immenso rifugio promesso dal nuovo capo dei Pastori Autorizzati. Grande, meraviglioso, splendente di luci e colori! Osservando la costruzione, dall’esterno addirittura  si vedevano le casette sopra le altre casette. Erano talmente numerose le une sulle altre che il fabbricato divenne altissimo! Ci siamo! Finalmente, protette, con costi minori, con i vantaggi fiscali e al calduccio d’inverno!

Stranamente qualcuna ancora dubitava; le pecorelle erano ancora divise nei loro cuori e alcune di loro decisero di non seguire subito il gregge nella transumanza proposta. Altre invece decisero che non avrebbero mai accettato e quindi sarebbero rimaste comunque libere nei loro meravigliosi prati.

Lentamente a gruppi di diversi animali, quelle che avevano accolto la proposta, entrarono incuriosite nell’enorme fabbricato. Le altre rimasero a guardarle fino a quando i loro belati si affievolirono, per poi cessare del tutto alla chiusura delle grandi porte.

Nella valle rimasero pochi animali a vivere con tutto quanto Madre Natura aveva donato loro. Attaccate a volte dai lupi, ma libere e senza costi inutili da pagare a pastori di cui ormai non si fidavano più.

Nel grande rifugio invece calò il silenzio. Per sempre.

Meditate pecorelle, meditate.

La nuova transumanza è appena iniziata.

Fonte Citywire