Articoli

Circolare 07 2020 Mercati e ciclo. Considerazioni in merito al quadro della situazione e ai possibili sviluppi nel medio periodo.

Gentili clienti,

l’evoluzione dei mercati in questi mesi richiede alcune considerazioni in merito al quadro della situazione e ai possibili sviluppi nel medio periodo che ritengo utile condividere con Voi.

CORONAVIRUS E RELATIVE CONSEGUENZE

Come spiegato in altre comunicazioni si sono succedute le seguenti fasi:

  • Comparsa della pandemia del tutto inaspettata e rapida diffusione del contagio in una fase che era di forte crescita dei mercati.
  • Primissime manovre non coordinate per tentare di tamponare una situazione totalmente indefinita.
  • Prime quantificazioni dei danni oggettivi.
  • Interventi importanti da parte delle istituzioni mondiali.
  • Interventi importanti e mai realizzati prima da parte dei singoli governi.
  • Inizio di una rivoluzione radicale di molti status quo che erano sopravvissuti per decenni. Trattandosi di una crisi sistemica, subentrano i primi importanti cambiamenti a livello politico. Questo punto è forse il più importante in assoluto e merita un approfondimento.

Per anni nel mondo ci sono state situazioni consolidate (sia a livello nazionale che intergovernativo) che si sono cristallizzate nel tempo e sulle quali si sono succedute numerose proposte di miglioramento senza che in realtà si arrivasse a realizzarle. Un esempio potrebbe una normativa a livello europeo che possa uniformare in modo equo la tassazione dei vari paesi; questo favorirebbe in modo sostanziale lo sviluppo economico di questa area eliminando le attuali asimmetrie. Oppure sempre in Europa, la condivisione del debito pubblico dei singoli Paesi. A livello internazionale invece gli Stati Uniti d’America erano il “poliziotto” del mondo con un enorme potere sia commerciale che, ovviamente politico. La crisi del Coronavirus, nella sua intensità, vastità e nel fatto che ha colpito con la stessa forza paesi più o meno ricchi, ha avuto come conseguenza l’inizio di un cambiamento probabilmente irreversibile che si svilupperà nei prossimi anni. Esempi pratici sono la prima condivisione di debito pubblico in Europa o il diverso ruolo degli USA a livello mondiale che non a caso si stanno sganciando da molti conflitti locali o ancora il “nuovo” ruolo della Cina a livello mondiale. Nella UE infine si parla nuovamente di creare o unificare strutture di controllo o gestione con evidenti vantaggi per i cittadini quando queste, si spera, saranno implementate con equità. Senza spingersi toppo oltre né poter quantificare la maggiore o minore perequazione di questi movimenti, appare evidente che posizioni cristallizzate negli anni stanno iniziando a sgretolarsi e questo potrebbe ragionevolmente portare dei vantaggi oggettivi sotto diversi aspetti. Come esempio si può pensare che nel 1929 la Banca Centrale Americana si trovò da sola a gestire la famosa crisi, mentre tutte quelle più recenti hanno goduto dei vantaggi di un’azione perlomeno coordinata e quindi più efficace tra tutte le principali banche centrali mondiali. Analogamente una forte attenzione sulla eco sostenibilità o su investimenti e aziende socialmente responsabili, sono un dato di fatto ormai inarrestabile.

ANDAMENTO DEL CICLO ECONOMICO

 I cicli che si sono verificati negli ultimi mesi sono sostanzialmente:

  • Improvviso quanto ineludibile blocco di tutte quelle attività o servizi che non fossero indispensabili alla sopravvivenza della popolazione.
  • Congelamento (non smantellamento) di fatto delle capacità produttive di molti settori.
  • Danno immediato e pesante all’economia di tutti i Paesi mondiali con relativo crollo del prodotto interno lordo.
  • Aumento in alcuni casi assai elevato, del debito pubblico.
  • Primi allentamenti dei blocchi produttivi o alla circolazione e quindi alla ripresa (con grandi diseguaglianze a seconda dei settori) dell’attività.
  • Riorganizzazione di alcune attività industriali verso prodotti nuovi o sostanzialmente diversi da quelli originali.
  • Sospensione di alcuni vincoli comunitari per i Paesi UE e accettazione della condivisione di aiuti anche a fondo perduto per i Paesi più colpiti.
  • Ripresa di molti indicatori tecnici che, in alcuni casi, sono stati interpretati come forieri di una forte ripresa del ciclo economico.
  • Grandissimi spostamenti di denaro da settori consolidati verso settori orientati alla tecnologia, allo sviluppo farmaceutico o biomedicale al punto davvero paradossale che oggi l’indice di borsa più importante al mondo che dovrebbe rappresentare le 500 più importanti aziende USA (S&P 500) oggi è “pesato” per circa il 40% da meno di una decina di aziende prevalentemente appunto di questi settori.
  • Probabile sovra valutazione in merito ai tempi di scoperta, test e commercializzazione del futuro vaccino che quando realmente avverrà, sarà probabilmente il maggior motore di ripresa a livello mondiale.
  • Presenza sui mercati di un’enorme quantità di liquidità che “deve” trovare remunerazione e che fatica ad ottenere dai mercati obbligazionari.
  • Difficoltà a valutare correttamente i corsi di alcuni settori e motivi di scelta degli stessi non sempre legati al reale interesse dei sottostanti (vedi link allegato).

CONCLUSIONI

Dopo la fase di crollo dei mercati alla fine del primo trimestre abbiamo assistito a una ripresa molto forte di alcuni mercati in particolare quelli azionari e del settore tecnologico o farmaceutico soprattutto negli USA. Molti economisti hanno valutato che questa ripresa sia stata troppo energica rispetto alla situazione globale oggettiva oltre che sbilanciata su alcuni temi di investimento. Infatti il mese di settembre ha registrato un calo significativo proprio per titoli tecnologici e comunque americani. Il pericolo maggiore rimane comunque in questo momento l’ipotesi di un secondo lock down che si potrebbe verificare nel prossimo autunno / inverno stante l’aumento dei contagi in diverse aree. Inoltre, a novembre si terranno le elezioni per il prossimo presidente degli Stati Uniti e questo potrebbe essere un valido motivo per un aumento della volatilità di breve periodo soprattutto nel caso in cui il margine tra i due sfidanti risulti alla fine labile con possibili accuse di brogli e riconteggio dei voti. In merito all’inflazione questa potrebbe riprendere vigore a seguito della ripresa del ciclo. Non a caso proprio ieri la presidente della BCE si è espressa in merito a diversi concetti di valutazione e quantificazione della stessa. Per contro il mondo intero ha disperatamente bisogno di riattivare la fase di crescita e quindi permarranno a lungo manovre e azioni di supporto da parte di istituzioni e governi. Infine, la produzione di un vaccino si avvicina ogni giorno di più e questa sarebbe la maggiore spinta verso una ripresa più consolidata e soprattutto diffusa a livello mondiale.

 

Permane quindi l’impostazione a una linea di prudenza con una buona componente di liquidità ed esposizioni particolarmente attente sull’obbligazionario. Su questo tema saranno attivate / potenziate posizioni su prodotti legati al tema dell’inflazione. È possibile per i motivi di cui sopra che nel periodo da oggi a fine anno aumenti la volatilità, ma questa sarà una buona opportunità per rientri su alcuni mercati / settori. Restano, nei limiti della razionalità, premianti i temi legati all’innovazione tecnologica, biomedicale, delle tecnologie ecosostenibili, dell’energia rinnovabile, di sistema. Dopo la forte crisi di questi mesi, cominciano a delinearsi molte aree di possibile sviluppo del ciclo economico da monitorare ed eventualmente utilizzare anche se con la massima attenzione e prudenza.

 

Rimango a disposizione per qualsiasi necessità di chiarimento.

 

 

Roberto Dolza

 

Il Coronavirus colpisce pesantemente. Anche in Svizzera.

La recente pandemia sta colpendo in modo quasi “democratico” tutto il mondo e i suoi effetti hanno conseguenze pesanti su qualsiasi economia. Dai paesi emergenti, agli Stati Uniti, dal più solido governo a quello più instabile i danni sono equamente ripartiti anche se ovviamente con intensità diversa.

Tuttavia, colpisce che, come riporta un interessante articolo di Lino Terlizzi corrispondente de Il Sole 24 Ore pubblicato ieri, anche la Banca Centrale Svizzera abbia subito una perdita importante nel primo trimestre di quest’anno.

Certamente la perdita deve essere valutata in relazione al fatto che questa Istituzione ha una solidità eccezionale. Assimilabile solamente alla sua capacità di generare grandi profitti che peraltro può poi in parte condividere tra i Cantoni (suoi principali azionisti), gli azionisti privati o essere infine messi a riserva.

Comunque, 36,4 miliardi di euro di perdita trimestrale non sono pochi e credo interessante condividere i due principali motivi di questa flessione e che vengono ben spiegati nell’articolo:

  1. La svalutazione dei titoli a portafoglio. In questi mesi praticamente qualsiasi classe di attivi ha subito pesanti svalutazioni dovute all’inversione del ciclo di crescita di tutti i Paesi al mondo, alle condizioni di panico, alle molte posizioni al rialzo che erano aperte fino a febbraio e che si sono dovute chiudere con la massima rapidità amplificando di molto la volatilità.
  2. Le migliori caratteristiche della Svizzera: la stabilità e la forza della sua politica e della sua economia. Quando il panico inizia a colpire sui mercati, ingenti masse di liquidità si spostano sul franco svizzero con la sua conseguente rivalutazione. Questo ovviamente crea al Paese pesanti problemi riducendo drasticamente i margini e la competitività delle sue industrie.

Di conseguenza gli attivi a portafoglio della Banca Centrale Svizzera si sono svalutati pesantemente, mentre l’Istituto è dovuto intervenire con decisone comprando valute per cercare di contenere la crescita del franco svizzero. E il costo della somma di questi due aspetti è divenuto pesante.

Due quindi le conclusioni finali che mi sembrano interessanti.

  • Davanti al rischio di mercato (quando cioè quasi tutte le classi di attivi flettono in sintonia) neanche il più abile e accorto degli investitori è esente da momentanee perdite di valore che possono anche divenire importanti.
  • Per quanto potenti e stabili siano la politica e l’economia di uno Stato, il singolo paese può trovarsi a pagare un prezzo troppo elevato per difendere il cambio e di conseguenza l’economia stessa. E per la Svizzera questa è la seconda volta dopo l’episodio del 2015.

Solo la condivisione responsabile, in senso organico e organizzato di impegni doveri e regole, può creare le sinergie sufficienti per arginare i momenti più difficili.

Almeno in regime di democrazia.

 

Foto di pixabay.com

Non solo Pil, Spread, Bund o Vix.

In questo tempo ridondante di analisi, numeri, previsioni che dalle Istituzioni vengono prodotte a getto continuo e interpretate dai politici come se fossero una tragedia greca, vorrei lanciare una piccola provocazione ai miei lettori.

Chi per lavoro deve occuparsi della gestione degli attivi di propri assistiti, deve quotidianamente utilizzare e analizzare diversi indici o parametri tecnici di riferimento. É ovvio e banale che fonti e dati debbano essere di assoluta serietà e affidabilità. Meno ovvio e banale che, ogni tanto, possa essere utile lasciarsi incuriosire da situazioni meno accademiche e porsi qualche domanda in merito.

Alcuni tra gli indicatori più tecnici sono ormai acquisti nel linguaggio comune e, almeno in parte, compresi anche dal grande pubblico. Termini come Pil, Bund, Spread, Bond fino al più tecnico Vix sono ormai oggetto di discussioni in tutte le possibili sedi; a volte in modo corretto e a volte oggetto di squallidi copia e incolla dalle tragiche conseguenze in termini di trasmissione di notizie e pareri penosamente sbagliati. Ma, almeno, si inizia a parlarne.

Questi indici servono sostanzialmente come supporto per elaborare, esclusivamente su dati storici e quindi non necessariamente ripetibili, previsioni su aspetti diversi e fondamentali legati all’economia.

Forse però non molti sanno che non tutto il lavoro viene svolto su indici molto tecnici o molto conosciuti, ma che le fonti di informazioni possono essere a volte diverse e apparentemente curiose.

Quanti sono al corrente ad esempio che esiste l’indice… dell’Hamburger Big Mac? Potrete trovare notizie qui e qui. Indice sicuramente poco conosciuto ma con una indubbia rilevanza tecnica.

Esiste infine, un’ultima possibilità di informazione per cercare di immaginare come “potrebbe girare il vento” che non si avvale di scienza e matematica, ma dell’osservazione di altri dati che afferiscono sicuramente più alla curiosità che alla tecnica. Nulla di scientifico. Solo qualche piccolo ragionamento e qualche semplice domanda nella marea di notizie che ogni giorno ci assale. Le risposte ammesso che ci siano, possono essere meno importanti del motivo che ci ha sollecitato la domanda stessa.

Ad esempio in questi giorni si sta discutendo con gran fervore sui tempi e modi del ritorno alla normalità dopo questa fase in cui la maggior parte degli abitanti della terra sono confinati in casa a causa del Coronavirus. Il tratto comune è soprattutto che il distanziamento sociale rimarrà forte nell’intensità e a lungo nel tempo con evidente danno per l’economia mondiale. Proprio di ieri la notizia che le discoteche in Italia non riapriranno prima di marzo 2021. Cioè, poco meno di un anno da questi giorni.

Oggi invece ricevo un’email da quella che credo sia la più grande azienda in Italia di vendita di biglietti on line per concerti, spettacoli teatrali o musei la cui lettura mi ha fatto trasalire. Basta infatti leggere le date, la possibile dimensione dei locali che ospiteranno i prossimi eventi e il fatto che si parli di tour mondiali per chiedersi come sia possibile. Sembrerebbe che in apparenza, organizzatori e artisti siano un gruppo di folli scommettitori su eventi che sembrerebbero semplicemente irrealizzabili. Distanziamento sociale al Forum di Assago? Concerti a partire dal 9 settembre 2020?

Non il Pil, non lo Spread, non il Bund e neanche il Big Mac Menu Index, ma sicuramente qualcosa su cui porsi qualche domanda. E da monitorare con curiosità nella sua, affatto scientifica, evoluzione la sera prima di andare a dormire.

Foto di pixabay.com

Circolare 06/2020 – Aggiornamento e nuovo articolo da Il Sole 24 Ore

Gentili clienti,

Riprendo la progressione degli eventi principali di questa crisi per poi condividere con Voi alcune considerazioni.

1) Nella fase iniziale di “scoperta” del problema la reazione dei governi è stata totalmente orientata al contenimento della pandemia.

2) Le prime misure a carattere economico sono state poco più che panni caldi, sia da parte dei governi che da parte delle Banche Centrali.

4) Compresa finalmente la gravità della situazione FED e BCE hanno messo in atto una seconda e ben più importante azione anche se pur sempre limitata (QE da 700 e 750 mld).

5) Davanti alle evidenze che si sono susseguite Federal Reserve e Banca Centrale Europea hanno successivamente deciso che i QE sarebbero diventati SENZA LIMITI. Siamo entrati quindi nella seconda fase di questa crisi: l’intervento con misure decisamente pesanti. Questo è un passaggio storico perché si esce da un ambito di scelte meramente economiche per entrare in quello, infinitamente più importante, di quelle a carattere politico. La storia dell’ultimo decennio dimostra che senza l’approvazione di tutta la politica europea, il QE senza limiti non si sarebbe mai potuto realizzare.

6) I governi europei hanno accettato cambiamenti epocali che solo un paio di mesi fa sarebbero apparsi come pura fantascienza. Infatti e per la prima volta: A) l’Italia ha spazi di manovra illimitati, B) il patto di stabilità è stato sospeso, C) il QE non è più suddiviso per pesi diversi a seconda del contributo versato dai singoli Paesi al bilancio federale, ma la BCE potrà acquistare a sua assoluta discrezionalità, D) dovrebbe sgretolarsi l’ultimo grande baluardo di divisione tra i Paesi nordici e quelli mediterranei: la condivisione del debito attraverso l’emissione di obbligazioni garantite da tutti i membri dell’Unione (indipendentemente dalla futura denominazione Euro Bond, Covid Bond ecc.).

7) Cina e Corea del Sud appaiono come validi esempi della ragionevole evoluzione di un Paese dopo essere stato colpito dal virus e dovrebbero fare riflettere.

Ultimamente sono stati pubblicati alcuni articoli che ipotizzano un’inizio di ripresa per l’ultimo trimestre dell’anno e di conseguenza POTREBBE realizzarsi un importante rimbalzo. Questo è decisamente un’approccio ottimista almeno rispetto ai dati attuali, ma forse non è del tutto infondato.

Oggi è fondamentale rilevare che il mondo è stato sostanzialmente posto in ibernazione. Mantiene quindi molte potenzialità che non possono essere espresse.

A seconda della durata di questa fase, cambieranno la forza e la rapidità della successiva ripresa.

Rimango a Vostra disposizione per qualsiasi chiarimento e allego il link a questo articolo de Il Sole 24 Ore.

Preciso che molti degli articoli che cito o dei quali invio i link fanno parte del servizio a pagamento di lettura dei contributi del sito di questo quotidiano. Vi consiglio di sottoscrivere l’abbonamento a questo servizio, in quanto a fronte di un contributo assai modesto, avrete accesso ad articoli di assoluta qualità ed interesse.

Roberto Dolza

 

L’armata Brancaleone va in battaglia. Finalmente.

In questi giorni abbiamo lo stupore di osservare:

  • Il triste spettacolo di politici che si presentano in televisione o in parlamento con o senza mascherina di protezione (indossando ovviamente quelle più inefficaci in assoluto giusto per dare il buon esempio).
  • Scuole aperte, scuole chiuse.
  • Zone rosse, gialle, zone di colori assortiti.
  • Un ragazzino che non è mai stato malato di coronavirus ma che è solo stato bloccato dalle autorità cinesi del quale ci parlano a tutti i “tiggi” come se fosse un eroe nazionale intervistando i genitori più volte.
  • Voli aperti o chiusi.
  • Regioni, Comuni, Governo centrale che non solo decidono autonomamente, ma addirittura in contrasto tra di loro.
  • Regole rigidissime e chiusura totale al mondo di alcune aree del paese come in Cina, o tutto demandato alla responsabilità personale con nel Regno Unito.
  • Manifestazioni limitate (!) con un massimo di 5.000 (!) persone (Francia) , totalmente aperte, annullate del tutto.
  • Invio di kit di analisi sbagliato (!) o mancanza totale dei kit per il corona virus (!!) come negli USA.
  • Italiani untori del mondo intero o forse no.
  • Divieto agli italiani di entrare in un paese.
  • Divieto agli italiani di uscire da un paese.
  • Una nave da crociera relegata e sigillata in un porto, non del Centro Africa, ma del Giappone, che – ovviamente – diventa una bomba batteriologica senza che si faccia nulla per moltissimi giorni.
  • Ecc. ecc.

Ecco il triste spettacolo di come il mondo intero sta gestendo il problema della sola diffusione del virus. Una vera Armata Brancaleone che invece di affrontare il problema in modo organico (e le istituzioni qualificate a farlo non mancherebbero), si affanna in un incredibile ventaglio di soluzioni nelle quali confusione, impreparazione, fantasia questa volta non solo italica, sembrerebbero l’unico tratto comune.

E il mondo politico / istituzionale mondiale dopo i primi “interventi” sicuramente più demagogici che risolutivi, quando si parla di danno o sostegno all’economia, brancola nel buio più assoluto. Una vera carta moschicida.

E se c’è un aspetto che proprio non piace ai mercati, è proprio l’incertezza.

E quindi da diversi giorni ormai non fanno altro che vendere, anche sui timori e sui dubbi in merito alla durata della fase di emergenza e alle relative conseguenze sull’economia mondiale.

Vorrei quindi, almeno per quanto concerne questo aspetto, condividere altri ragionamenti che potrebbero fornire basi di ragionevolezza all’analisi di questo momento.

Tutti gli indici sono stati probabilmente iper-venduti sulla paura di dati che ancora non sono disponibili. Non è quindi attualmente possibile valutare se i prezzi siano coerenti alla realtà della situazione.

I mercati vengono da un anno di crescita molto importante, potrebbe essere che investitori qualificati con la scusa della paura vogliano solo monetizzare i recenti guadagni facendo scendere i mercati per poi rientrare.

Ci sono molti operatori che guadagnano pesantemente con i mercati al ribasso (e magari con posizioni a leva) e quindi hanno tutto l’interesse ad amplificare e quindi sfruttare gli effetti negativi delle operazioni di vendita.

Per un venditore c’è inevitabilmente un compratore e, in questi momenti, il secondo sa – probabilmente meglio del primo – ciò che sta facendo.

Sui mercati mondiali operano ormai per oltre il 70% sistemi completamente automatici di compravendita. Questi si basano sostanzialmente sull’analisi degli stessi elementi ai quali poi danno pesi, interpolazioni e quindi interpretazioni diversi. Essendo però gli dati sostanzialmente simili quando non identici, un segnale negativo rimane tale per tutti i sistemi, quindi la “visione” di tutti i trading system si orienta in una direzione simile. Ampliando le vendite.

Questo sarà un anno importantissimo per l’Amministrazione USA, che dovrà “in qualsiasi modo” sostenere l’economia americana anche e soprattutto visto che ormai dati alla mano la politica dei dazi è stata pesantemente negativa.

La Cina è uno dei principali produttori di PIL al mondo e né la Cina, né il resto del mondo possono permettersi un suo eccessivo rallentamento. E, ovviamente, viceversa.

Le Istituzioni sembrano in fase di valutazione non tanto della situazione attuale che è ora di fatto impossibile da determinare in modo sufficientemente preciso, quanto delle reali conseguenze che ne deriveranno e molto dipenderà dalla durata e dall’intensità del contagio. Appare impossibile immaginare che non metteranno in atto manovre di sostegno pesanti a sostegno della crescita mondiale. Inoltre, queste Istituzioni hanno un grande “vantaggio” nei momenti delle scelte difficili: essendo di fatto sostanzialmente indipendenti dal potere politico e gestite da tecnici preparati, possono prendere decisioni impopolari sulle quali poi i politici potranno scaricare la loro demagogia elettorale. Peraltro, anche la politica sarà sicuramente costretta a un secondo livello di intervento, non tecnico ma sostanzialmente orientato a politiche fiscali e / o sociali e in quella fase verranno giocate le carte più importanti.

Quindi rimango convinto che la scelta corretta sia quella già ribadita di non operare scelte emotive, di osservare quella che sarà l’evoluzione reale di questa situazione e infine che la politica dei piccoli acquisti su di un orizzonte temporale non breve, potrà portare un importante contributo positivo.

Il tempo dei nervi saldi e della coerenza con gli obbiettivi

Dopo la crisi iniziata nel biennio 2007 – 2009 il mondo è entrato in una sorta di territorio totalmente inesplorato. Ciò è accaduto in quanto davanti a una crisi che si presentava tra le più gravi mai affrontate, le principali Istituzioni mondiali (in particolare le Banche Centrali dei più importanti Paesi), hanno messo in atto strategie mai attuate fino a quel momento. Attualizzando il problema è come se venisse somministrato un vaccino alla popolazione intera senza che questo sia mai stato minimamente testato.

Questa cura se pur ha avuto oggettive ricadute positive, ha anche creato situazioni non ottimali dalle quali non sarà facile né breve uscire, come ad esempio il crollo dei rendimenti obbligazionari che a sua volta genera altre inefficiente a cascata.

Su questo quadro che pareva in via di progressiva lenta evoluzione, si innesta ora il problema della crisi del Coronavirus e dell’entità delle sue conseguenze.

Vorrei quindi condividere i principali aspetti di criticità, quelli positivi, e alcune considerazioni in merito ai possibili sviluppi. Come sempre cercando di vedere la situazione, nella sua oggettività.

Lo stato attuale

  • CORONAVIRUS Allo stato attuale la situazione è ancora agli inizi della fase di valutazione della reale portata. Lungi da entrare in campi non di mia competenza, l’obiettivo primario ormai dichiarato a livello mondiale è di ridurre al massimo la diffusione del virus che, come sembrerebbe curabile “similmente ad altre forme virali già affrontate”. Per l’economia mondiale, le conseguenze saranno inevitabili e più o meno importanti soprattutto in base a due diverse possibilità: A) il virus viene sostanzialmente limitato localmente e temporalmente B) il virus si diffonde ancora sia sul territorio sia nel tempo. Per rendere efficace questa attività sono state decise (e verranno sicuramente incrementate) azioni che tenderanno a limitare sostanzialmente tutte quelle attività nelle quali si possono immaginare assembramenti di diversa natura. Analogamente verranno limitati / bloccati gli spostamenti delle persone. È chiaro quanto banale che ciò avrà un peso praticamente su tutte le economie. Per contro, tutti i governi del mondo dopo il primo impatto stanno “già” valutando come muoversi per ridurre al massimo gli impatti economici. Anzi proprio il fatto che questo sia un problema a livello mondiale è, a mio avviso, uno degli aspetti più “positivi” di quanto sta accadendo: la reazione sarà forte e tendenzialmente sincronizzata. Una volta però che il problema sarà definito con maggior dettaglio.
  • Mercati obbligazionari e azionari. In questo caso le valutazioni che potevano essere valide fino a qualche settimana fa, assumono pesi assai diversi. La liquidità permarrà comunque elevata e le Banche Centrali (ma anche i Governi) si adopereranno pesantemente per sostenere l’economia mondiale. La Cina ha già attuato le prime “importanti” misure a sostegno proprio della propria economia, ma ovviamente i numeri pubblicati hanno un valore più che altro simbolico e allo stato attuale, è impossibile valutarne l’efficacia.

Conseguenze immediate:

  • Tutte le Istituzioni che al mondo hanno il maggiore peso economico o politico, stanno monitorando la situazione attuale e fino a quando non disporranno di una base dati ragionevole e consolidata non interverranno. Peraltro la loro visione prima della comparsa del virus era già sostanzialmente orientata a un atteggiamento più accomodante in virtù del rallentamento della crescita mondiale. Ne consegue che ovviamente questo atteggiamento sarà sicuramente accentuato (nei modi e nei tempi ad ora non prevedibili) per fronteggiare gli impatti di questo momento storico. Appare ragionevole ritenere che l’azione sarà forte e, si spera, fortemente condivisa.
  • L’impatto sulla crescita mondiale è ovviamente già da ora negativo, ma è anche del tutto impossibile da quantificare allo stato attuale. Maggiori saranno gli effetti del controllo di questa fase iniziale, minori saranno le conseguenze negative.
  • A seconda dell’evoluzione delle diverse possibilità si potranno creare ottime possibilità di acquisto (anche) su temi o settori che non potranno certamente perdere le loro potenzialità a causa di questo contesto; a mero titolo di esempio i settori delle energie verdi, delle batterie, legate al mondo della salute ecc.

Considerazioni finali.

  • In questo momento l’azione fortissima volta al contenimento della diffusione del virus provocherà una importante contrazione di molte attività economiche. Ciò sarà percepibile in tutte quelle attività in cui è maggiore il contatto di una moltitudine di individui. L’impatto maggiore deriverà probabilmente dal blocco dei viaggi sia a carattere turistico che professionale. Ma si arriverà anche a una situazione di ripresa – nei tempi e nei modi ora impossibili da definire – di qualsiasi ciclo o prodotto al mondo.
  • In base ai risultati ottenuti in termini geografici, fisici, temporali, si potranno aprire scenari assai diversi. Non è improbabile che questi possano essere meno pesanti di quanto alcune previsioni potrebbe far pensare.
  • Ci sono ottime possibilità che le oscillazioni dei valori sia negative (es. titoli reddito variabile), sia positive (es. metalli preziosi) alle quali assisteremo nel breve / medio periodo NON riflettano la realtà della situazione. Di conseguenza sarà probabilmente la tipica situazione in cui assisteremo ad eccessi di vendite come di acquisti con la conseguenza di un elevato rischio di sbagliare momento o settore. Tendenzialmente e con la massima attenzione, si potrebbe operare con limitati importi in operazioni di incremento delle posizioni che potrebbero avere maggiore decorrelazione con gli indici principali, oppure maggiore teorica possibilità di reazione.
  • Diventa ASSOLUTAMENTE FONDAMENTALE evitare atteggiamenti – anche in campo finanziario – di pura emotività. Le reazioni dovranno essere guidate dalla razionalità e comunque sempre oggetto di confronto con il Vostro consulente al fine di valutarne al meglio le conseguenze.
  • Diventa ASSOLUTAMENTE FONDAMENTALE ricordare la storia dei propri portafogli, la difesa dei valori che negli anni hanno oggettivamente dimostrato e, ultimo ma non ultimo, i propri orizzonti temporali. Di conseguenza, focalizzarsi sugli obbiettivi da raggiungere indipendentemente dal breve termine.

Azioni sui portafogli.

  • Permangono il monitoraggio e la massima prudenza già attivate da diversi mesi sia nella scelta degli attivi, sia in quella di operare o meno in questo periodo.
  • Al momento NON sono previste vendite massive dei titoli in quanto, grazie al quasi totale utilizzo di OICR (Etf e fondi attivi), i portafogli sono estremamente diversificati: geograficamente, per settori, per tipologie di attivi, per solidità di emittenti. Infine, gli orizzonti temporali di tutti i portafogli non sono a brevissimo termine.
  • In quasi tutti i portafogli (almeno nei quali è stato possibile inserirla) è presente una componente di liquidità che ricordo svolge una doppia azione: A) riduce le oscillazioni, B) permette di acquistare su sconti che si riveleranno interessanti.
  • In tutti i portafogli nei quali sarà possibile metterlo in atto, sarà fondamentale un piano di piccoli acquisti regolari (da nuova disponibilità periodica o liquidità in giacenza). Questo verrà valutato singolarmente, ma la logica è sicuramente condivisibile per chiunque.
  • Le azioni che si potranno valutare saranno guidate soprattutto dai dati e solo quando questi saranno validati dalle Istituzioni Internazionali saranno possibili scelte oggettive.

Rimango a disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento con i consueti canali.

Roberto Dolza

Aggiornamento: a conferma di quanto scritto, Vi rimandiamo a questo articolo apparso su Il Sole 24 del giorno 25 febbraio 2020