Pensierino estivo. Fino a quando continueranno a raschiare il fondo del barile? Fino a bucarlo?!?

Durante l’estate, solitamente non ci sono molti argomenti interessanti sui quali discernere.

Ma, mai dire mai.

Pensieri in libertà slegati dal quadro politico attuale.

Oggi è comparsa la notizia riportata nel link a fondo pagina, che potrebbe apparire poco interessante o importante in merito alla modalità del reperimento fondi da parte del nostro Governo.

Su questo problema la congiuntura storicamente scatena la creatività del governo di turno.

Per esempio pochissimo tempo fa è stata concessa agli investitori italiani la possibilità di pagare (anticipatamente e in contanti) una tassazione ridotta del 14% al posto dell’usuale 26%.

Non sembrerebbe una soluzione che denoti una situazione propriamente rosea. Sopratutto per chi, dall’estero, ci dovrebbe sostenere.

Come recita un vecchio detto: “Pochi, maledetti e subito”; forse non il massimo per le finanze di un paese membro del G7, G20 e dei vari G che possiamo immaginare.

Ultimamente si discute di tassare gli extra profitti di qualsiasi azienda che ne abbia generati in questo periodo e in alcuni casi ciò è già avvenuto.

Oggi sembra il momento delle banche.

Non ne faccio un problema di perequazione (ben altro tema e assai più complesso), ma in teoria in un libero mercato, ogni azienda dovrebbe essere in grado di accantonare gli utili che è stata in grado di produrre (ovviamente in condizioni della massima tutela delle sue controparti).

Gli aspetti personalmente molto preoccupanti di questo approccio sono altri due:

  • Si sta raschiando il fondo del barile con una forza tale da riuscire potenzialmente a bucarlo.
  • É chiaro come il sorgere del sole che persevera tragicamente la volontà di evitare (o non essere capaci di realizzare) una programmazione di lungo periodo perché questa comporterebbe inevitabilmente una pesante perdita di voti nell’immediato in cambio del vero bene del paese.

Nelle nostre vacanze estive, leggiamo con attenzione queste notizie perché se ci ragioniamo, possiamo disegnare un quadro più preciso quanto realistico non solo della situazione attuale, ma soprattutto dei possibili sviluppi nel futuro.

Adesso il debito pubblico italiano è – per il momento – sotto controllo, ma mai dire mai con questo tipo di approccio.

E se il fondo del barile fosse ormai vuoto o addirittura venisse bucato a forza di raschiare?

Buone vacanze.

 

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